COME ESSERE PROFESSIONALE NELL’ERA DEI SOCIAL

Essere professionale nell’era dei social

I professionisti che fanno i reel per divulgare informazioni sono poco professionali?

Qual è il confine tra essere professionale o non esserlo affatto sui social?

Prima dei social c’erano la televisione, la radio e i giornali, ora ci sono loro, un mezzo potentissimo in grado di darci una visibilità mai avuta prima.

Ma torniamo a qualche anno fa, in piena pandemia i reel non erano ancora così popolari e su tik tok si facevano più che altro balletti, ma in ogni caso le notizie false, dette anche da esperti del settore, giravano comunque.

Quello che c’è alla base è che queste persone banalizzano, ridicolizzano determinate tematiche perché così facendo suscitano interesse e creano popolarità (questo è l’obbiettivo a cui ambiscono).

Inoltre, gli algoritmi, non hanno la capacità di capire quali sono i contenuti giusti o sbagliati, ragionano per numero d’interazioni, anche se queste sono negative loro lo vedono come un dato positivo e diffondono ancora di più il post.

Quindi noi cosa possiamo fare per difenderci?

Sia che siamo esperti o meno se vediamo una notizia falsa, o qualcuno che sta abusando della sua professione possiamo:

  • Non interagire in nessun modo con i contenuti, così facendo non si aumenta la loro visibilità
  • Segnalare il profilo, più segnalazioni ci sono e più l’account viene penalizzato
  • Bloccare e soprattutto non seguire il profilo.

Il problema allora sono i social?

Per concludere, quindi, non credo che il problema dell’essere professionale  siano i social, ma il modo in cui vengono usati, i venditori di fuffa esisteranno sempre sta a noi imparare (sui social e anche fuori) come non cascarci.

Se un medico, un nutrizionista parla di disturbi alimentari senza un minimo di empatia allora il problema non è dei reel il problema sta in quel professionista.

Inoltre divulgare temi sensibili legati alla sessualità, alle malattie mentali, ai i disturbi alimentari con mezzi accessibili ai più giovani può essere un modo per renderli più consapevoli e sensibilizzarli rispetto alcune tematiche.

E tu cosa ne pensi?

Elisabetta Malaspina
info@malabetta.it

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